Vittorio Sella, il grande fotografo della montagna

Nipote di Quintino Sella, fondatore del Cai, fu un grande alpinista (sino a tarda età) e un fotografo di fama mondiale

vittorio sella

Ancora oggi le sue foto sono considerate tra le più belle mai fatte in montagna. Vittorio Sella. Lo ricordiamo oggi nell’anniversario della morte, il 12 agosto 1943.

Nato a Biella il 28 agosto 1859 dall’industriale Giuseppe Venanzio Sella e da Clementina Mosca Riatel, ereditò la passione della montagna dallo zio Quintino Sella, fondatore del Club Alpino Italiano. Portò a termine numerose ascensioni notevoli nelle Alpi, tra cui le prime invernali del Cervino e del Monte Rosa, e la prima traversata invernale del Monte Bianco. Partecipò a diverse spedizioni all’estero, tra cui: tre spedizioni sul Caucaso, dove c’è ancora oggi un picco che porta il suo nome, la spedizione al monte Sant’Elias in Alaska del 1897, la spedizione al monte Ruwenzori in Uganda del 1906, e la spedizione al K2 del 1909. In queste ultime tre spedizioni fu compagno di Luigi Amedeo di Savoia-Aosta, Duca degli Abruzzi.

Sella proseguì l’attività alpinistica fino in tarda età. Compì il suo ultimo tentativo al Cervino all’età di 76 anni: in quest’occasione dovette ritirarsi in seguito ad un incidente occorso ad una delle sue guide.

Sella morì nella sua Biella nel 1943. La sua collezione fotografica è oggi gestita dalla Fondazione Sella.

L’equipaggiamento

L’alta qualità delle foto di Vittorio Sella è in parte dovuta al suo utilizzo di lastre fotografiche da 30×40 cm, nonostante le difficoltà che comportava il trasporto del relativo equipaggiamento, pesante e fragile, in luoghi remoti. Per poter trasportare le lastre in sicurezza, dovette sviluppare dell’equipaggiamento apposito, compresi delle sacche da sella e degli zaini modificati.

vittorio sella foto

Le sue fotografie ebbero ampia diffusione, sia sulla stampa che in mostre, e ricevettero molti plausi; Ansel Adams, che ne vide 31 in un’esposizione che Sella aveva fatto al Sierra Club americano, disse che ispiravano “un senso di meraviglia di tipo religioso”. Molte delle sue fotografie ritraevano montagne di cui non esistevano precedenti rappresentazioni, ed hanno quindi sia valore artistico che valore storico; ad esempio, sono state utilizzate per misurare la ritirata dei ghiacciai del Ruwenzori.

Gli è stato dedicato il rifugio Vittorio Sella, posto nel Parco Nazionale del Gran Paradiso.

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