Walter Bonatti e Cosimo Zappelli vincono il mostro di ghiaccio

Il 30 gennaio 1963 realizzarono la 1^ Invernale dello Sperone Walker alle Grandes Jorasses

Walter Bonatti e Cosimo Zappelli il 30 gennaio 1963 realizzano la 1^ Invernale dello Sperone Walker delle Grandes Jorasses (via Cassin). Sul mostro di ghiaccio, come titolò il Settimanale Epoca il 3 febbraio 1963.
Fu un’impresa incredibile, di quelle alla Bonatti. Un progetto coltivato da parecchi anni.

Bonatti È dal 17 agosto del 1949 quando venni a Courmayeur con Andrea Oggioni e altri due amici. Quella parete tetra e ghiacciata, su cui non splende mai il sole, neanche d’estate, mi aveva stregato.

Bonatti conosce quella parete. A 19 anni l’aveva superata, in due giorni. Era estate. In inverno era un’altra cosa. Di quelle impossibili. A sognarla non era il solo. I migliori alpinisti del periodo l’avevano in testa: Toni Hiebeler; René Desmaison, Pierre Mazeaud ed altri.

Una grande impresa!

Stiamo parlando di una delle ultime imprese di Bonatti. Prima della Nord del Cervino.
Si erano allenati tantissimo, dall’autunno. Lo avevano fatto in sordina, la posta in palio era alta…
La prima giornata trascorse senza imprevisti, la mattina del 26 gennaio, con -30 gradi, i due diedero l’assalto alla fessura Allain, la prima grande difficoltà della parete. Poi arrivò il maltempo, una bufera che li bloccò su un terrazzino. Passarono così il pomeriggio e la notte, la mattina del 27 era uguale. la Nord della Grand Jorasses era ormai diventata impossibile. Restarono bloccati un’altra giornata. Sopra di loro ancora 900 metri da superare per arrivare in vetta.
Cambiarono programma e decisero di abbandonare il pesante sacco con le provviste, razionarono il tutto. Due ore di fatiche per superare la fessura Allain e per raggiungere il secondo problema, un diedro di 90 metri, superato con altre due ore di lavoro. Nel pomeriggio erano al passaggio a pendolo, il passaggio del non ritorno. Bonatti e Zappelli salirono e giunsero al di sotto delle placche nere. Un altro passaggio difficile! Qui un altro bivacco. Davanti a loro ancora la Cresta a dorso di Mulo, il Nevaio Superiore e il Camino Rosso. Al mattino il meteo si era messo di nuovo al peggio, i due alpinisti partirono il più rapidamente possibile. Impossibile fermarsi. La fatica li mise alla prova e un’altra notta a -35 gradi li attendeva. Svegli!
Erano ormai a poco più di 100 metri dalla vetta. Così al mattino del 30 gennaio Bonatti e Zappelli ripartirono, scalando con la forza della disperazione. Arrivarono in vetta, segno di un’altra straordinaria vittoria alpinistica. Erano vivi. Ma bisognava scendere. Qualche foto veloce e giù, verso il fondovalle, verso la Val Ferret nel freddo, nella neve sino alla vita, nel rischio valanghe. Verso casa e la salvezza…

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