Karl Unterkircher, l’italiano del record: in 63 giorni Everest e K2 senza ossigeno

Il 15 luglio 2008 il fortissimo alpinista altoatesino morì in un crepaccio sul Nanga Parbat durante la salita per una nuova via sulla parete Rakhiot 

Karl Unterkircher è stato un fortissimo alpinista. Ha dedicato la sua vita alle vette più belle della Terra, dall’Himalaya alle sue Dolomiti. Era amato da tutti, di lui tutti dicevano: un grande alpinista, un grande uomo. E’ nato a Selva di Val Gardena il 27 agosto 1970 ed è morto sul  Nanga Parbat il 15 luglio 2008.

Cresce con la famiglia a Selva di Val Gardena, praticando fin da ragazzo varie attività sportive come calcio e sci. Dopo la scuola media svolge inizialmente la professione di meccanico. Già a 15 anni la voglia di avventura lo spinge a provare le prime arrampicate in montagna, che proseguono anche durante il servizio militare, svolto nel 4º Reggimento Alpini Paracadutisti Monte Cervino come istruttore militare di alpinismo.

Siamo nati e un giorno moriremo. In mezzo c’è la vita. Io la chiamo il mistero, del quale nessuno di noi ha la chiave. Siamo nelle mani di Dio… e se ci chiama… dobbiamo andare. Sono cosciente che l’opinione pubblica non è del mio parere, poiché se veramente non dovessimo più ritornare, sarebbero in tanti a dire: “Cosa sono andati a cercare là? … Ma chi glielo ha fatto fare?”. Una sola cosa è certa, chi non vive la montagna, non lo saprà mai! La montagna chiama!.

Nel 1997, dopo diversi anni di attività alpinistica, supera gli esami per diventare guida alpina. Diventa anche presidente dell’Aiut Alpin Dolomites, il soccorso alpino della Val Gardena.

Dal 2004 si dedica alle scalate delle cime e delle pareti ancora inviolate affrontando con successo e in prima assoluta il Monte Genyen, in Cina.

Insieme alla sua compagna Silke, ha avuto tre figli: Alex, Miriam e Marco.

Dopo essersi visto negare il permesso alle autorità cinesi per scalare la parete nord del Gasherbrum I ripiega sul versante Rakhiot nel Nanga Parbat. Il 15 luglio 2008, durante l’ascesa in una nuova via, cade in un crepaccio e, secondo le testimonianze dei suoi due compagni di spedizione Walter Nones e Simon Kehrer, muore pressoché all’istante a causa degli urti subiti durante la caduta di 15 metri.

Record

E’ stato l’unico alpinista al mondo ad aver scalato in due mesi (63 giorni) le due vette più alte del mondo senza ausilio dell’ossigeno supplementare, l’Everest e il K2. Questa impresa gli fu notificata nel libro “Guiness book of records”.

16 maggio 2006: 1ª ascensione parete nord sul monte Genyen 6.240 m (Cina) con un team regionale.
22 maggio 2007: 1ª ascensione spigolo sud con Hans Kammerlander sul Jasemba 7.350 m (Nepal), primato conteso da una spedizione slovena che afferma di aver raggiunto la meta nel 2004.
20 luglio 2007: 1ª ascensione parete nord sul Gasherbrum II 8.035 m e prima traversata (Cina – Pakistan).

La spedizione sul Nanga Parbat

Il 24-5-2008 Unterkircher tenta, con Walter Nones e Simon Kehrer, la scalata della parete Rakhiot su una via nord ancora inviolata. Unterkircher era partito il 7 giugno con un volo da Milano.

Il 15 luglio, attorno ai 6.400 metri, attraversando la seraccata che taglia la parete Rakhiot, Unterkircher cade in un crepaccio: battendo la traccia, la neve cede facendolo precipitare. Vani i tentativi dei compagni di salvarlo. Non potendo tornare indietro Nones e Kehrer proseguono inizialmente verso l’alto per poi scendere da una via più sicura.

Subito viene organizzata dall’Italia una missione di soccorso in Pakistan, il 18 luglio. Partecipa alla missione anche il noto alpinista Silvio Mondinelli, con la collaborazione dell’unità di crisi del ministero degli Esteri, l’ambasciata italiana in Pakistan e l’esercito pakistano.

Una volta in Pakistan i membri della spedizione sorvolano il Nanga Parbat con un elicottero dell’esercito pakistano, notando la tenda di Nones e Kehrer, poco lontano dal luogo nel quale è caduto Unterkircher.

Il 19 luglio la spedizione cala ai due alpinisti un telefono satellitare e dei viveri e predispone inoltre lungo il loro percorso una serie di campi, per indicare la traiettoria da seguire e aiutarli.

Il 24 luglio, dopo dieci giorni di spedizione, e alcuni giorni di rinvio per le cattive condizioni meteo, i due alpinisti scendono a quota 5.700 m, dove un elicottero li trae in salvo.

walteresimon karl unterkircher

Il ricordo lasciato dai compagni sotto la croce di Buhl

Dopo la morte, colleghi e parenti della sua zona hanno costituito un premio annuale alla sua memoria. Il premio è conferito a tre alpinisti o gruppi di alpinisti dietro nomina delle Guide Alpine Val Gardena e Gruppo Rocciatori Catores. Il premio venne conferito per la prima volta a Selva di Val Gardena nel 2010.
Trattasi di un evento biennale:

2010 Allo svizzero Ueli Steck per la polivalenza espressa tra record sulla parete nord del Cervino, Golden Gate su El Capitan e le vie normali al Gasherbrum II e Makalu.
2012 Alle ucraine Marina Kopteva, Anna Yasinskaya e alla russa Galina Chibitok per la nuova via sulla parete nord-ovest della Grande Torre di Trango in 38 giorni.
2014 Ai fratelli austriaci Auer Hansjörg e Matthias e allo svizzero Simon Anthamatten per la prima ascesa dalla parete est del Kunyang Chhish (Karakoram/Pakistan) il 18 luglio 2013.

E’ stato insignito dell’onorificenza di Cavaliere Ordine al merito della Repubblica Italiana il 2 giugno 2006 su proposta della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Riconoscimenti

Cittadino Onorario di Selva di Val Gardena
1º premio Riccardo Cassin 2007
Cator d’or (riconoscimento per meriti alpinistici) dicembre 2007, consegnato dal Gruppo Guide Alpine Catores di Ortisei
1º premio CAAI Paolo Consiglio maggio 2008

Il Documentario

Nel 2010 viene realizzato il film “Karl” dalla regista Valeria Allievi.  la pellicola è stata premiata alla 57esima edizione del Trento FilmFestival. Ha vinto il premio Mario Bello per il miglior film d’alpinismo e la Genziana d’oro Città di Bolzano.

Un Commento

  1. Ho letto il libro della sua compagna. Una storia d’amore per le sue montagne e per lei di un grande alpinista.

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