La Marmolada non si tocca

Conclusa la manifestazione dell’associazione ambientalista Mountain Wilderness contro l’ipotesi di costruzione di impianti di risalita. E non solo…

marmolada

 

La Marmolada non si tocca. “Per difendere la Marmolada oggi e sempre Resistenza”: questo lo slogan di Mountain Wilderness che hanno manifestato sulla Marmolada contro l’ipotesi di costruzione di impianti di risalita che colleghino il versante trentino a quello veneto.
Si è organizzato la salita a Pian dei Fiacconi e poi il dibattito che si è tenuto nel rifugio. Altri sono saliti in vetta e sul ghiacciaio sono state accese delle fiaccole che hanno disegnato un grande no.

Riceviamo e pubblichiamo la nota di Mountain Wilderness.

“Oggi 25 aprile si è concluso il presidio di Mountain Wilderness in Marmolada. Nella due giorni sono stati coinvolti un centinaio di attivisti. Alcuni, quasi un centinaio, nella giornata del 24 hanno partecipato alla salita a Pian dei Fiacconi e al dibattito che si è tenuto nel rifugio. Altri ancora nella fredda giornata di oggi sono saliti in vetta, con gli sci e con le racchette da neve. Nella serata del 24, a -15°, sul ghiacciaio sono state accese delle fiaccole che hanno disegnato un deciso NO alla minacciata costruzione di un qualunque impianto sia che questo raggiunga Sas Bianchet (quota 3100) che Punta Rocca (quota 3250).

Mountain Wilderness è stata in Marmolada per portare un insieme di SI che sappiamo condivisi da tutti gli operatori del passo Fedaja.

Si alla accessibilità sicura del passo con l’apposizione di opere paravalenghe;

Si alla ricostruzione della obsoleta bidonvia che porta a Pian dei Fiacconi,

Si alla costruzione di una moderna e sicura pista ciclabile attorno al lago;

Si alla riqualificazione paesaggistica e dei parcheggi di passo Fedaja e di Malga Ciapèla;

Si alla riqualificazione delle strutture ristorative del passo, della riproposizione di sentieri tematici, della messa in rete dei Musei della Guerra di Serauta, passo Fedaja, le Selle e Passo san Pellegrino;

Si alla rimozione di tutti i manufatti imposti nel tempo alla montagna.

In presenza di una tale apertura dimostrata da sempre ed in ogni tavolo da Mountain Wilderness, risulta culturalmente preoccupante la serrata imposta da alcuni rifugisti e esercenti del passo nei confronti dei cittadini pervenuti da tutta Italia nel portare l’abbraccio alla montagna. Come del resto è incomprensibile il diniego al confronto di questi operatori del passo, a parte uno solo che ha avuto sensibilità e intelligenza, rispetto, nel portare le sue opinioni in parte diverse dalle nostre.

Dal dibattito del pomeriggio da parte dei dirigenti e dei soci di Mountain Wilderness è stata ribadita in modo netto la chiusura ad ogni ipotesi di ulteriori impianti di sci che colleghino il versante trentino a quello veneto. Sono state sottolineate le continue proposte che l’associazione dal 2003 avanza sia verso la Regione Veneto che la Provincia di Trento per riportare la Marmolada a recuperare la qualità della offerta turistica vissuta nel lontano passato attraverso i tanti Si sopra evidenziati. Tali proposte sono state portate anche presso la Fondazione Dolomiti UNESCO ed hanno sempre trovato condivisione. E’ venuto il momento, come già accaduto per l’altro versante, di riprendere una discussione serena fra tutti gli attori della vita in montagna (ambientalisti compresi) per condividere un disegno di sviluppo che non mortifichi ulteriormente la Regina delle  Dolomiti e permetta, a chi ha investito anni di impegno, a continuare a vivere con dignità (non certo alla fame come inopportunamente è stato scritto in certi manifesti) ai piedi di questa superba montagna”.

 

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