Nanga Parbat, altri 300 metri per la vetta

Il gruppo è all’interno del canalone del trapezio sommitale a quota 7.800 mt; Ali Sapdara ha optato per un’altra via. Il meteo tiene…

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I quattro stanno affrontando il canalone del trapezio sommitale. Da stamattina all’alba (intorno alle 6), quando sono partiti, hanno attraversato il bacino Bazhin e hanno preso la via per la vetta dentro al canalone non per la cresta quindi. L’ultima dispaccio arriva da Igone che li ha intravisti dal campo base: “Mi scuso per la cattiva qualità dell’immagine – scrive la fidanzata di Alex Txikon – ma da cb possiamo vedere con nitidezza che già si trovano ad affrontare i primi metri del canalone che porta alla vetta. Ali sadpara ha optato per tirare verso destra, su terreno roccioso, e non possiamo distinguerlo”.

 

Manca davvero poco per arrivare agli 8.126 metri del Nanga Parbat. Poco, si fa per dire. Stanno salendo con un’andatura di circa 100 metri di dislivello l’ora. Il meteo è dalla loro parte. Qualche altra ora di fatica (senza bombole di ossigeno) e sopra di loro: il cielo! Saranno stanchi ma sicuramente più leggeri, considerato che non hanno il peso per installare un altro campo. Ma in questi casi il fattore psicologico è determinante: la vetta la vedono sempre più vicina. In questo momento saranno intorno ai 7.800 metri. Altri 3 metri circa di dislivello. Poi giù di corsa per arrivare al campo 4. E c’è da riattraversare il bacino Bazhin, probabilmente anche al buio.

 

L’anno scorso il gruppo composto da Nardi, Txikon e Sapdara arrivarono più o meno alla stessa altitudine di dove si trovano ora il gruppo, poi furono costretti a ritirarsi perché sbagliarono canalone e il pakistano fu colto da mal di montagna.

 

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