Padre e figlio insieme verso un Settemila, si parte per il Khan Tengri
Sandro Rossi e suo figlio Tiziano, dopo la spedizione dello scorso anno sulla Cordillera Real in Bolivia, ad inizio agosto partiranno per il Settemila asiatico più settentrionale della Terra
Il Khan Tengri (Principe degli Spiriti), un Cervino di 7.010 m, è la più settentrionale al mondo tra le montagne che superano i 7000m. Si riparte. Sandro Rossi, accompagnato nuovamente in questa nuova spedizione dall’ormai maggiorenne figlio Tiziano, sta già preparando zaini e quant’altro per questa nuova avventura extraeuropea. Sandro ne ha fatte nella sua vita (anche quella di combattere e vincere contro un carcinoma): Aconcagua, Cho Oyu, la Trilogia Andina, Kuh-I-Garmo oltre a tante scalate sull’arco alpino.
“L’anno scorso in Cordillera Real in Bolivia, insieme a mio figlio Tiziano e all’amico Angelo – racconta Sandro – ho avuto il privilegio di assaporare momenti unici, vissuti in particolare fianco a fianco a Tiziano per un mese intero, un’esperienza “Padre-Figlio” che è andata ben al di là degli aspetti prettamente alpinistici e che hanno lasciato il segno in entrambi, a contatto con le popolazioni locali e con l’amico missionario Padre Topio.
Dal successo di questa spedizione è nata la voglia di organizzarne una nuova, quest’anno vorremmo ripetere la riuscitissima esperienza “Padre-Figlio”, e la meta scelta è alquanto ambiziosa e di alto spessore tecnico, quest’estate tenteremo infatti la salita del “Khan Tengri”, una splendida montagna di 7.010m (il 7.000 più a nord del Pianeta), situata nella catena del Tien Shan, che si dirama a Nord Ovest dell’altipiano del Pamir, nell’ Asia centrale, e si estende sui territori del Kyrghizstan, del Kazakistan e della Cina. Con la sua elegante e inconfondibile silhouette il Khan Tengri è una delle montagne più belle di tutta la regione e di tutto il pianeta, una piramide di ghiaccio e roccia”.
Ormai si è già in partenza. “L’approccio avverrà dal versante Sud, che ci consentirà di raggiungere il colle ovest, dove normalmente si piazza il campo III (preferibilmente in una truna), con un percorso glaciale di 2.000 m di dislivello, percorribile in un paio di giorni dal campo base dopo esserci acclimatati. Il principale problema oggettivo è il superamento di un tratto pericoloso poco prima del campo II, esposto a seracchi e slavine provocate dalle cornici della incombente parete del Pik Chapaeva (6.380m).
Si tratta di una salita di alta difficoltà con un clima estremamente severo, che può presentare venti fortissimi e temperature molto rigide. Il Pik Chapaeva è anch’essa una cima degna di considerazione.
Ecco un breve schema del programma:
2 vette: Khan Tengri 7.010 m e Pik Chapaeva 6.380 m
3 o 4 campi alti
Passaggi tecnici di misto fino al 4° grado superiore dai 5.500 m ai 7.010 m
Temperature fino a -30°C e venti fortissimi.
La data di partenza ormai è certa, e sarà martedì 4 agosto, da Bergamo.
Sandro Rossi ha la passione per la montagna che le scorre nelle vene. “Alcuni anni fa ho avuto la sfortuna/fortuna di imbattermi in un carcinoma … la sfortuna è chiaramente immaginabile, operazioni chiurgiche, terapie radioattive, pensieri e preoccupazioni, esami clinici, controlli periodici, … la fortuna, anzi le fortune, perché sono più di una … sono:
guarire, sicuramente è la prima e più importante di queste fortune
capire dalla malattia che la VITA non è solo LAVORO & CARRIERA …
che c’è dell’altro … molto più importante, come la Famiglia
quindi tornare a casa dai propri cari in orari umani
riprendere gli hobbies e gli sports precedentemente trascurati e/o accantonati
fare un viaggio di piacere con i propri cari
… che con un po’ di fortuna, con la tenacia la volontà e l’aiuto dei medici, l’epilogo può essere positivo e il cancro si può vincere.
Tutte queste consapevolezze sono emerse dopo la malattia, ringrazio quindi tutti i giorni il Signore, soprattutto per la guarigione, ma anche per la malattia, che mi ha aperto gli occhi e mi ha fatto vedere cosa conta veramente”..
Dicevamo dell’amore per la montagna. “L’amore per la montagna è nato in me fin da piccolo, quando insieme a mio padre e agli zii paterni andavo nelle Dolomiti di Brenta, per me quei momenti erano avventura allo stato puro. Oggi vado in montagna con la stessa curiosità e vitalità, provando le stesse, identiche, emozioni e sensazioni di quando ero ragazzino.
La montagna può essere maestra in tante cose, utili anche nella normale vita quotidiana; in una spedizione impari a convivere con i compagni (per più giorni a stretto contatto in una piccola tenda), a soffrire in silenzio il freddo, la sete, … , capisci che per arrivare alla meta ambita bisogna faticare e sudare, e impari ad apprezzare molte cose spesso date per scontate, come un letto, l’acqua potabile sempre disponibile, una doccia, poter mangiare usando la sedia e appoggiando il piatto su un tavolo, … .
La montagna è molto altro ancora, come la possibilità di vedere luoghi nuovi, incontrare persone e culture diverse dalla tua, con cui rapportarsi e confrontarsi, e scoprire che in fondo siamo tutti uguali e tutti sostanzialmente cerchiamo la pace e la felicità.
Tutte queste emozioni sono presenti comunque, con o senza il raggiungimento delle vette programmate, il momento della cima è sicuramente entusiasmante, ma l’esperienza vissuta è grandissima a prescindere dal risultato, è un “continuus” che inizia ancora a casa con la programmazione, procede per tutta la durata della spedizione, e prosegue anche al ritorno, con i propri cari e gli amici, raccontando a loro la tua ultima esperienza vissuta.
Regola aurea per ogni esperienza alpinistica: raggiungere la cima non è poi così importante, l’obiettivo assolutamente primario è quello di tornare a casa dai propri cari con le proprie gambe…”.
Maggiori Info: www.ariararefatta.sitiwebs.com