Piste sci aperte o chiuse a Natale? Diteci che ne pensate

Abbiamo aperto un sondaggio su un tema caldo di questi giorni

Si scia o non si scia a Natale? Le indicazioni del Governo, per far fronte al ripropagarsi della pandemia da Covid, sono chiare ma sul tema ci si è divisi un bel po’.
Si parla di un comparto trainante dell’economia nazionale e in tanti, tantissimi, ci lavorano.

In tanti si chiedono se sia giusto e meno tenere chiuse le piste da sci durante le festività.

Il popolo del sì

Tanti atelti, tanti sciatori sono subito scesi in campo per difendere il mondo dello sci.
Le aziende funiviarie presenti in Italia sono oltre 400, con 1500 impianti di risalita (di diversa tipologia). Gli impianti sono serviti da circa 3.200 km di piste (lunghezza lineare), che per il 72% sono dotate di innevamento programmato che richiede oltre 100 milioni di euro: all’inizio della stagione invernale, dicono da Federtusimo e Anef, le società impianti hanno sostenuto ormai il 70% dei propri costi per aprire in sicurezza (di trasporto e gestione e non solo sicurezza Covid).
Il comparto montagna, nel solo arco alpino, offre lavoro a oltre 120mila persone (la maggior parte delle quali con contratti stagionali). La chiusura sarebbe drammatica per gli impianti e, a catena, tutte le attività/strutture collegate: hotel, rifugi, ristoranti, attività commerciali, maestri di sci, noleggi.

La proposta dell’ultima ora arriva dagli assessori delle regioni alpine: concedere lo skipass a chi ha pernottato in una struttura ricettiva e a chi possiede o prende in affitto una seconda casa; ciò consente di controllare al meglio l’afflusso all’impianto sciistico. Il pendolarismo può infatti essere un problema in certe giornate.

Il popolo del no

Per il Governo lo sci è pericoloso, assembramenti e contatti potrebbero far schizzare i contagi e dopo tanti sacrifici…
Mentre il popolo del no dice una cosa semplice: la montagna non è solo sci… è tanto altro!

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