Sull’Everest con Photoshop, i due indiani rischiano grosso

L’Ente del Turismo nepalese sta indagando sull’accaduto e i due alpinisti rischiano il ritiro del certificato e potrebbero essere banditi per 10 anni dalle montagne dell’Himalaya

Satyarup-Siddhanta-II1 Mrs.-Rathod1

La notizia è di qualche gorno fa, ma ora vi sono clamorosi sviluppi. Parliamo della storia delle foto di vetta taroccate. A rendersi protagonisti di questa vicenda, sulla quale le autorità locali stanno indagando, due indiani. I due tornati nel loro Paese hanno raccontato della loro salita sul Tetto del Mondo dicendo di essere i primi due poliziotti indiani e la prima coppia indiana a portare la bandiera nazionale sulla montagna più alta della terra.

Conferenza stampa in pompa magna dinanzi alle autorità locali:

“Siamo la prima coppia indiana ad aver scalato l’Everest. Felicemente lo annunciamo al mondo. Era il nostro obiettivo da anni e ci siamo detti che se ci fossimo riusciti, avremmo avuto finalmente un figlio”.

Il fatto è che un altro alpinista ha riconosciuto la foto. In quella foto era lui, ma sarebbe stato modificato il viso. Lui è Satyarup Siddhanta, un alpinista di Bangalore. Così sono scattate le indagini e i due indiani (Dinesh Chandrakant Rathod e la moglie Tarkeshwari Chandrakant Bhelerao) sono accusati di falsità dal Dipartimento del Turismo del Nepal. Insomma, si dovrà scoprire se sia stato usato o meno un programma di grafica. Poteri di Photoshop!

La salita risale al 23 maggio scorso. In quel periodo centinaia e centinaia di persone scalarono la vetta.

Quindi le denunce. E l’Ente del Turismo del Nepal è stato costretto ad aprire un’inchiesta sull’accaduto. Tutto lascia pensare che se confermato, come probabile, ai due verrà ritirato il certificato e potrebbero essere banditi per 10 anni dalle montagne dell’Himalaya.

E non è tutto. A quanto pare i due non sono nuovi ad “imprese” di tal genere. Avrebbero fatto lo stesso anche in occasione delle scalate delle 10 vette più alte d’Australia.

E poi la cosa si sta allargando a macchia d’olio. Ad essere sotto accusa non sono solo i coniugi Rathods, è l’intero mondo dell’alpinismo nepalese. Dopo il caso dei due falsificatori, l’Himalayan Times ha realizzato un’inchiesta scoprendo una pratica già denunciata da tempo. Occhi puntati su chi dovrebbe sorvegliare, su chi deve constatare il rispetto dei regolamenti delle spedizioni e certificare le scalate.

Un Commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio