Tamara Lunger si racconta a Passione Verticale in Live Streaming
L’atleta altoatesina protagonista della rassegna di Courmayeur. Racconterà il suo amore per la montagna e le sue spedizioni sulle vette più alte del mondo. Appuntamento a partire dalle 21,15
Tamara Lunger questa sera sarà la protagonista di Passione Verticale, la rassegna che si tiene annualmente a Courmayeur. Tamara Lunger, sin da piccina, ha praticato diversi sport, anche l’atletica leggera (due volte vice-campionessa italiana nel lancio del disco). Nel 2002 si è avvicinata alla montagna ed ha iniziato a praticare lo scialpinismo e a cimentarsi nelle sue prime gare. Come membro della squadra nazionale è riuscita a vincere vari titoli: campionessa italiana nel 2006 e 2008, di vice-campionessa nel 2007, ha vinto la Pierra Menta nel 2007 e nel 2008 il titolo di campione del mondo sulla lunga distanza.
Mastica, sogna, vive di montagna. Già da adolescente aveva il sogno di scalare un Ottomila. Nel 2009 ha salito l’Island Peak (6189 m). L’anno successivo è divenuta la donna più giovane a salire il Lhotse (aveva 23 anni), con ossigeno. Lo stesso anno tenta il Cho Oyu. Nel 2011 sale Khan Tengri (7010 m) e Muztgah Ata (7546 m), Nel 2012 tenta il Broad Peak (8047 m), senza vetta, nel 2013 sale il Pik Lenin (7134 m) e nell’estate 2014 arriva il suo più grande risultato: la cima del K2 (8611 m), senza ossigeno: è la seconda donna italiana nella storia dell’alpinismo a riuscirci, dopo Nives Meroi.
Quest’inverno il tentativo, insieme a Simone Moro, di salare il Manaslue il concatenamento con l’East Pinnacle. Tentativo finito male a causa delle eccessive ed ininterrotte nevicate.
Ma chi è Tamara Lunger? Così si presenta sul suo blog: “Sono nata il 06/06/1986 a Bolzano in Alto Adige. Sono la più grande di tre sorelle dei miei genitori Margareth e Hansjörg, cresciute a San Valentino in Campo. “Tamar” deriva dall’ebreo antico e significa “vita”.
Mio padre è un appassionato alpinista e scalatore, così già da bambina, nelle tante gite in famiglia, sono entrata in contatto con le montagne. Quando avevo due anni, mio padre incominciò anche a correre in bici, ottenendo pure tanti notevoli successi. Nei week-end, tutta la famiglia lo seguiva alle sue gare con tanta passione: si vede che sin da sempre l’agonismo ha fatto parte di questa famiglia!
Dopo aver preso la maturità al liceo scientifico (con specializzazione nello sport) a Vipiteno ho fatto una formazione di istruttore fisico a Hall in Tirol in Austria e di seguito ho deciso di frequentare l’università di Innsbruck (Austria) per studiare scienze dello sport. Dal 1999 i miei genitori gestiscono il rifugio Schutzhaus Latzfonser Kreuz qui in Alto Adige, dove, quando ho tempo, cerco di dare una mano durante i mesi estivi. Il tempo trascorso su questo rifugio ha scatenato il mio entusiasmo per le montagne e con gli anni il desiderio di montagne alte è cresciuto sempre di più.
“È proprio lì dove mi sento a mio agio, dove mi sento libera, dove vivo una sensazione indescrivibile di gioia e di soddisfazione. Lo scalare in montagna non è solo neve e roccia, per me è la mia ragione di vita che mi fa vivere in modo più consapevole, più intenso e più riconoscente ogni istante che posso spendere in montagna. Ma la montagna per me significa anche rendere una certa prestazione. Chi una volta ha annusato aria d’agonismo, cercherà per sempre di superare i propri limiti, di porsi nuove sfide e non importa che si tratti di un “più veloce”, un “più difficile” o un “più alto”. Nel mondo femminile esistono ancora grandi possibilità per me perché solo poche donne vogliono affrontare una spedizione sulle vette più alte del mondo. Ma come già detto, per me non conta il misurarmi con altre alpiniste, bensì la sfida con me stessa. Che cosa sarò ancora capace di raggiungere, quanto difficoltoso può diventare il tutto, fino a che punto saprò sopportare gli sforzi fisici e psichici?
Mi attira il nuovo, lo sconosciuto e tutto ciò che non tutti fanno. Non solo la conquista di nuove vie e montagne mai scalate saranno le mie mete, ma vorrei anche provare una combinazione tra lo scalare in quota e il base jumping, un sogno che ho da tanti anni. Osservo comunque ogni particolare dal punto di vista della sicurezza, perché devo essere ben sicura di una cosa per poi volerla provare. Le montagne sono una parte essenziale della mia vita. Se parlo della montagna, mi agito e sento la voglia di far di più. È una passione profonda dentro il mio cuore e la mia testa è la forza esecutiva e trainante che mi fa credere in me stessa e nelle mie capacità. Ovviamente ci vuole anche tanto allenamento duro e la convinzione di poter compiere cose impossibili.
Anche se le mie imprese in montagna non vanno sempre a finire così come le vorrei io, perché la montagna spesso ti pone dei limiti, sono comunque molto grata di ogni minuto che posso viverci. C’è sempre qualcosa di positivo dentro ogni cosa, la montagna mi istruisce e mi rimprovera, mi fa capire tante cose ed ogni tanto mi ferisce, ma ogni piccola cosa è sempre un arricchimento per la mia vita, ogni piccola cosa mi rinforza e mi fa maturare”.
Simone Moro avrà avuto un motivo per scegliere lei per il Manaslu: “E’ una sognatrice. Diversamente dal solito Lei non si è però limitata a vivere i sogni solo nel mondo della fantasia, ma ha deciso di dare gambe ai propri sogni e lavorare duramente per trasformarli in realtà. Questa è infatti la differenza da chi vorrebbe e di chi vuole. Lei sa che non esistono sogni impossibili ma semplicemente ciò che cambia è il “come” e il “quanto” si deve lavorare per raggiungerli e concretizzarli. Tamara ha deciso di puntare molto in alto e dunque ciò che la aspetta è un duro ed intenso lavoro. Ma sarà il più bel modo per sentirsi viva ed autentica”.
Tamara Lunger questa sera racconterà questa sua grande passione per la montagna e le esperienze sulle vette più alte proprio alla rassegna Passione Verticale di Courmayeur.
L’appuntamento è alle 21,15 al Jardin de l’Ange di Courmayeur!
La serata sarà trasmessa in live streaming: https://livestream.com/courmayeurmontblanc