Tragedia Gran Zebrù, chi erano i fidanzatini Davide e Debora

I due giovani, 21 e 22 anni, del Vicentino, si erano conosciuti al Cai e seguivano insieme il corso di guida alpina. Sono stati trovati dopo due giorni di ricerche; forse uno dei due è precipitato portandosi giù l’altro legato in cordata. I ricordi degli amici

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foto: profili Facebook

Davide e Debora, un destino fatale sul Gran Zebrù. Quella che doveva essere una facile escursione si è trasformata in tragedia lasciando nello sgomento, oltre che la famiglia, le comunità dei due giovani fidanzatini dove erano molto conosciuti. I ragazzi, dopo due giorni di ricerche, sono stati trovati morti sotto una massa di neve.  Si tratta di Davide Zanon e Debora Meneghini, di 21 e 22 anni.

I due volevano raggiungere quota 3.800. L’allarme è stato dato dai genitori di uno degli alpinisti, dopo che non avevano fatto ritorno alla base. Immediatamente erano scattate le ricerche.

Forse uno dei due deve aver messo un piede in fallo, o deve avere perso un appiglio. Fatto sta che hanno fatto un volo di 500 metri. I due erano legati in cordata. I due alpinisti vicentini erano usciti sabato, diretti verso il Gran Zebrù. Hanno pernottato al rifugio Coston, sono ripartiti, attraverso la Suldengrat, ma non sono rientrati.

Avevano portato con sé cellulari di vecchio tipo che, se da un lato hanno una durata delle batterie molto lunga, dall’altro impediscono la localizzazione gps.

Entrambi erano animati da una grandissima passione per la montagna. Si erano conosciuti durante la loro militanza giovanile nel Cai Veneto. Entrambi stavano seguendo un corso di formazione per diventare guida alpina.

Increduli gli amici dei due. Tra questi, Riccardo, un amico di infanzia di Debora che – riporta Il Gazzettino – con lei condivideva la passione per la montagna, che racconta, sconvolto dalla notizia:

Eravamo amici fin da bambini perché i miei nonni abitavano vicino a dove i genitori di Debora hanno la loro attività, il Panificio Meneghini di Valle San Floriano, nel comune di Marostica. Lei era molto sportiva: facevamo insieme basket ed eravamo entrambi iscritti al CAI dalle elementari. Io poi ho mollato lo sport in montagna per altri impegni, mentre lei ha sempre continuato, in particolare da quando aveva iniziato a frequentare Davide. L’ho vista in bicicletta in centro a Bassano solo qualche giorno fa e mi ero proposto di chiamarla perché non la sentivo da tempo. Lei aveva fatto l’Istituto Tecnico “L. Einaudi” di Bassano. Dopo il diploma aveva deciso di non continuare a studiare per aiutare la famiglia in panificio. È lì che infatti l’hanno vista i miei l’ultima volta.

Davide Zanon era molto conosciuto a Feltre, dove aveva frequentato l’Istituto Agrario della Lucia, diplomandosi con 100. A scuola – scrive il Corriere delle Alpi – se lo ricordano bene, e non solo per la bravura. Il ragazzo di Rosà aveva frequentato la scuola feltrina perché offriva il percorso forestale e a Feltre restava tutta la settimana approfittando del convitto. Così, i suoi istitutori Augusto Angelini e Carlo Contiero hanno potuto costruire con Davide un bel rapporto, che proprio Contiero prova a spiegare:

La sua passione per la montagna si è vista subito. Ne parlavamo spesso. Con noi ha fatto i corsi di alpinismo ed era lui a tracciare le vie. Mi parlava delle uscite con il papà che gli ha trasmesso la passione. È uno dei migliori studenti che abbia seguito perché era bravo senza però essere un “secchione”. Ha sempre saputo dare il giusto spazio allo studio, allo sport e al divertimento. In classe era inserito pienamente. Mi ricordo che all’inizio sapeva solo arrampicare, ma poi aveva seguito anche i corsi di scialpinismo. Era cresciuto molto tecnicamente.

Riposeranno insieme per sempre.

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