Cervino, installato il nuovo Bivacco Bossi-Filippi sulla Cresta del Furggen

Installato il nuovo bivacco Bivacco Bossi-Filippi ai piedi della Cresta del Furggen al Cervino. Lunedì 2 ottobre ai 3345 metri di quota del Colle del Breuil, si è ufficialmente conclusa l’edificazione del nuovo ricovero.
Dopo due rotazioni di elicottero per trasferire in loco le squadre e una terza per il trasporto delle lamiere di rivestimento e degli arredi interni, i due moduli prefabbricati sono stati posati dal velivolo direttamente sul basamento che era stato allestito qualche giorno prima. Ora si è in attesa della chiusura delle pratiche burocratiche, indicativamente a fine mese quando è prevista l’inaugurazione.

Si tratta di un’opera leggera e completamente reversibile – afferma l’architetto Stefano Girodo che insieme a Roberto Dini ha elaborato il progetto (fonte Lo Scarpone) – composta da un involucro interno, realizzato con materiali compositi a base di legno e acciaio che offrono straordinarie proprietà di coibentazione e resistenza, e un rivestimento esterno in Corten. Questo speciale metallo, oltre a essere molto resistente, ha la proprietà di ossidarsi assumendo una colorazione simile alle rocce circostanti. Attenendoci alle prescrizioni urbanistiche che richiedevano di ricalcare la cubatura del manufatto precedente, il nuovo bivacco ha 8 posti letto con materassi, cuscini e piumoni, e una piccola zona giorno sul fronte dotata di tavolino, cassapanca e sgabello appositamente disegnati e realizzati in fibra di legno. Il tutto poggia su un basamento studiato ad hoc, con una vasca di acciaio ancorata alle rocce sottostanti e riempita di pietre raccolte sul posto che forniscono il peso per resistere alle condizioni meteorologiche più estreme.

Il Bivacco Bossi-Filippi ha sostituito il vecchio ricovero, modello “Apollonio – Fondazione Berti”, installato dal Cai di Gallarate nel 1969 e intitolato all’alpinista gallaratese Oreste Bossi, deceduto qualche anno prima. Cambia anche la denominazione poiché, insieme ai contribuiti della famiglia Bossi e del CAI Gallarate, la parte più cospicua dei lavori è stata finanziata da Antonella Filippi, figlia dell’alpinista Andrea precipitato proprio in questa area il 29 marzo 1959.

Se potessi dare un titolo all’intera vicenda che ha portato a questa realizzazione – racconta Antonella Filippi, insegnante torinese in pensione (da Lo Scarpone) – sarebbe “Il sogno di una figlia”. Mio papà è mancato quando avevo 3 anni, quindi non l’ho praticamente conosciuto. Grazie a mia mamma, però, sono cresciuta con i racconti delle sue straordinarie imprese e della sua eccezionale personalità. Papà aveva scalato con Giusto Gervasutti, ne aveva conservato un archivio fotografico poi donato al Museo Nazionale della Montagna e gli aveva dedicato il bivacco realizzato nel Vallone del Fréboudze, Massiccio del Monte Bianco. Qualche anno fa ho sentito l’esigenza di ricordare mio papà Andrea Filippi, dopo quel che lui aveva fatto per Gervasutti. Così ho messo da parte una somma di denaro per dedicargli un ricovero tra le sue amate montagne e con l’aiuto dell’architetto Girodo abbiamo vagliato alcune ipotesi prima di approdare al vecchio bivacco Bossi, ormai praticamente inagibile. Con il Cai di Gallarate, la Società delle Guide del Cervino e gli eredi di Oreste Bossi abbiamo trovato serenamente un accordo finché, lunedì sera, ho potuto finalmente commuovermi di fronte alle foto dell’opera conclusa. Ho la sensazione di aver realizzato tutto ciò che potevo fare per consentire a tutti gli appassionati di rivivere la grande storia che mio papà ha lasciato dietro di sé.

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3 Commenti

  1. Bello! Ottimo lavoro!
    Speriamo che venga usato con criterio, come punto di appoggio per gli alpinisti e per chi avesse effettive necessità;
    e non dai “merenderos” che lo prendono come meta fine a se stessa, per fare una “nottata diversa”, per fare video su YouTube, creando problemi di sovraffollamento, sporcizia e riempiendo le vicinanze di “deiezioni umane”.

  2. Storia commovente!
    Soltanto un’anima pura avrebbe potuto nutrire e realizzare un sogno così nobile.
    I miei più sentiti complimenti 🤝

  3. Chissà perché fanno i nuovi bivacchi con colori che si confondono co le rocce circostanti e ne parlano come se fosse un pregio. I bivacchi sono strutture di emergenza che quindi sarebbe meglio poter vedere da lontano …

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