Il grande Tullio Vidoni!

Uomo dalle grandi qualità alpinistiche ed umane, 5 Ottomila, tante ascensioni sulle Alpi. Morì sotto una valanga in Valsesia. A lui dedicata l'Alta Via Tullio Vidoni attorno al Corno Bianco

Tullio Vidoni nato a Tarcento (Udine) il 30 giugno 1947. Uomo dalle grandi capacità alpinistiche ed umane, scopre presto la passione per la montagna. Si trasferì presto a Borgosesia. A 23 anni le prime ascensioni del Rosa e del Bianco. Aveva trovato in Costantino “Tatti” Piazzo il compagno ideale, ma quest’ultimo nel 1980 viene colpito da un embolo che gli provocherà una paralisi parziale.

I due insieme hanno un curriculum impressionante. Dalla Brioschi alla Nordent, la prima ripetizione della Rava-Peroni allo Schwarzhorn, la Salluard al Pic Adolphe, i couloir Gervasutti e Jager al Tacul, la Fehrmann al Campanile Basso, la Tissi alla Torre Trieste, la Micheluzzi alla Marmolada. E poi la cresta di Peuterey, lo Sperone Frendo alla Midì, la Ratti alla ovest della Aguille Noire, la nord delle Courtes, il Coolidge al Monviso. Con Tiziano Uffredi la Hiebeler-Pokorsky alla nord del Lyskamm Occidentale, la via dei Francesi alla Est della Gnifetti, e tante altre.

Era esperto nel Soccorso Alpino, carismatico, ispirazione per tanti giovani. Gli altri sempre prima di se stesso, così lo ricordano i suoi compagni.

I successi

Tra questi nel 1981 il Pilastro Centrale del Freney con Martino Moretti e nel 1983 il Pilastro Sud della Barre des Ecrins sempre con Moretti e Dino Deiana, aprendo in inverno due nuovi itinerari con la Guida Alpina e amico Alberto Paleari: il Canale Sinuoso alla Nordent nel 1984, una tra le vie più pericolose tracciate sulla Est del Rosa, e la via Diagonale alla nord-ovest della Weissmies nel 1987.

Extraeuropa

Tra il 1974, anno della spedizione organizzata dalla Sezione nelle Ande peruviane al Navado Huascaran e fino alla sua morte prenderà parte e organizzerà ben 13 spedizioni, quasi tutte dirette a obiettivi inviolati, tutte coronate dal successo.

Ben cinque saranno gli Ottomila raggiunti da Vidoni, tutti saliti senza ossigeno: 1984 il Broad Peak, nel 1985 la traversata dei Gasherbrum I e II, con Calcagno, nel 1986 il Broad Peak e il K2 con Martino Moretti, nel 1987 il Nanga Parbat.

Quando venne travolto da una valanga sopra Rima (Valsesia) il 12 febbraio 1988, si stava preparando per l’Annapurna.

L’Alta Via Tullio Vidoni

Al nome di Tullio Vidoni è intitolata dal 1995 la sottosezione di Borgosesia del Cai. Alla sua memoria è anche l’Alta Via Tullio Vidoni, tracciata nel 1989 attorno al Corno Bianco.

fonte

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio