Walter Bonatti si rivede sul Monte Bianco
Un murales alla stazione Pavillon della Skyway
Walter Bonatti si rivede sul Monte Bianco. Alla stazione Pavillon (2.713 mt) della Skyway – la funivia che da Courmayeur raggiunge Punta Helbronner (3.462 metri) – c’è una novità: un affresco dello street artist francese Swed Oner dedicato al Monte Bianco e a uno dei suoi massimi conoscitori, Walter Bonatti.
L’opera è intitolata “L’Ascesa”, a simboleggiare il movimento verticale della funivia e l’attività dell’alpinista sulle pareti che tanto amava e dove ha scritto la storia. Basti ricordare il Grand Capucin, il Petit Dru, il Pilone Centrale del Freney, Aiguille Noire de Peuterey, Grandes Jorasses, Brenva.
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Chissà cosa ne penserà Bonatti nel vedersi ritratto su un murales a vista dei turisti che salgono sulla funivia girevole a 360 gradi. Certo ciò tiene viva la sua memoria, ricordano a tutti le sue incredibili imprese.
A Zermatt, dove Bonatti ha scritto altri capitoli straordinari della storia dell’alpinismo, c’è poco o niente che ricordano la sua figura, la sua incredibile impresa sulla Nord del Cervino. Poco o niente nel Museo, poco o niente per il paesino. Una targa e qualche foto davanti all’hotel dove era solito soggiornare.
BonattiLe grandi montagne hanno il valore degli uomini che le salgono, altrimenti non sarebbero altro che un cumulo di sassi.
Un cenno su Walter Bonatti
Walter Bonatti. Un nome. Un mito. Un alpinista che resterà sempre nella storia. Nato a Bergamo il 22 giugno 1930 (deceduto a Roma il 13 settembre 2011) è arrivato molto lontano. È stato non solo uno dei più grandi alpinisti di sempre, ma anche un esploratore, giornalista, scrittore e fotoreporter.
Non a caso, fu soprannominato «il re delle Alpi», fu anche guida alpina, autore di libri e numerosi reportage nelle regioni più impervie del mondo, molti dei quali come inviato esploratore del settimanale Epoca.