Shisha Pangma, dopo le tragedie la Cina chiude la stagione alpinistica
Bilancio: 4 morti.Due alpiniste americane e due sherpa: Gina Marie Rzudicio, Anna Gutu, Tenjen “Lama” Sherpa e Mingmar Sherpa. Ci sono feriti gravi, tra i quali Mingma G e Kami Rita Sherpa. Anche Vielmo costretto a rientrare
AGGIORNAMENTO 10/10/2023
A causa dell’instabilità della neve sui pendii in quota dello Shisha Pangma, il Governo cinese ha ufficialmente chiuso la stagione alpinistica sull’Ottomila. La decisione dopo la tragedia dei giorni scorsi che ha fatto 4 morti, due alpiniste americane e due sherpa: Gina Marie Rzudicio, Anna Gutu, Tenjen “Lama” Sherpa e Mingmar Sherpa.
Costretti a tornare a casa anche gli italiani Mario Vilemo e Sebastiano Valentini – non coinvolti dalle valanghe -, sono già sulla via per Katmandu.
AGGIORNAMENTO 09/10/2023
Tragedia Shisma Pangma: confermato anche la morte di Gina Marie Rzudicio e di Tenjen “Lama” Sherpa, dichiarati inizialmente, travolti da una delle valanghe che si sono staccate sulla montagna. Trovati i loro corpi. In un’altra valanga sono morti Anna Gutu e Mingmar Sherpa.
E, purtroppo, ci sono anche feriti. Mingma G è seriamente ferito alla testa, infortunatosi durante le operazioni di ricerca dei dispersi, è in attesa al cb di poter essere trasferito a Katmandu.
Gravi anche le condizioni di Kami Rita Sherpa, i soccorritori lo stanno portando a C1 ed anche di Karma Gyalzen Sherpa, il quale si troverebbe nella zona del Campo 3 assistito da alcune guide.
Sullo Shisha Pangma stanno operando una ventina di soccorritori delle varie agenzie, Imagine Nepal, Seven Summit Treks, Elite Exped and Climbalaya Treks; un team medico ha raggiunto il Campo Base.
I soccorsi
A caccia del record
Mario Vielmo e Sebastiano Valentini
Anche gli italiani Mario Vielmo e Sebastiano Valentini sono sullo Shisha Pangma. Vielmo è a caccia del suo ultimo Ottomila. Stanno bene.
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Lo staff Mario e Sebastiano stanno bene e sono rientrati da un paio di ore a campo base. Purtroppo stamattina, nel tentativo di vetta di sherpa e climber con ossigeno, a causa del forte vento si è staccata una valanga e ci sono persone disperse.
Mario è rientrato da poco a campo base, dopo aver passato due notti a campo 1 a 6400 metri. Quella che a tutti può sembrare la spedizione “più semplice”, essendo l’8mila più basso e con non grandi difficoltà tecniche, si sta rivelando comunque una sfida contro il tempo e contro la meteo.
Mario riferisce che stamattina sopra i 7mila metri si sentivano soffiare i venti in modo spaventoso eppure le previsioni davano solo 15kmh. Sempre dalle previsioni oggi sarebbe stato il giorno con venti più deboli, da domani in poi non si riescono a trovare due giornate di fila senza venti sopra i 40 o 50 kmh e ci sono intere giornate con previsti venti anche a 75 e 95 kmh con temperature percepite di oltre -40 gradi.
Come sanno gli appassionati di alpinismo e scialpinismo, il muoversi di questi venti mette anche a rischio la sicurezza della montagna in termini di valanghe a lastroni (cosa da verificare tra l’altro che non sia già accaduta stamattina)…
Condivido con voi una confidenza ricevuta ora da Mario, tralasciando qualche dettaglio che non lo riguarda:
“Sono tutti di corsa (…). C’è una competizione pazzesca. Come è cambiato questo mondo. Non mi piace più.”